La chiave di un uomo sta negli altri, sosteneva Paul Claudel. Loquor ergo sum, non c’è esistenza senza comunicazione, è il contatto con il prossimo quello che ci illumina anche su noi stessi. Nella assidua e paziente ricerca della chiave di lettura dell’altro, ci conosciamo e ritroviamo, attraverso un “duplice prodigio”: avvicinarci a ciò che desideriamo, e allo stesso tempo, avere una lente di ingrandimento nella direzione dei nostri obiettivi.
Il silenzio regna sovrano, solitudini interiori che non trovano sfogo. Le coppie non riescono a trovare forme di comunicazione e la lontananza tra loro si accentua giorno dopo giorno. Gli esperti la chiamano “sindrome del sorriso spento”.
Condizione esistenziale del sentirsi “unità indivisibile” e completa a sé stessa: l’uomo monade, nelle sue molteplici sfaccettature, è al centro del suo universo, principio ( arche) di tutte le cose.
Uomo prigioniero di se stesso e della sua incapacità di relazionarsi, ha come unico strumento di dialogo parole stereotipate espresse tramite la chat.
“Facebook ” – Dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi
“Sorriso spento” (sketch) dall’opera ” Without words” di Ernesto Graditi
“Sorriso spento” dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi
“Monade” dall’opera “Without words” di Ernesto Graditi
“Love and duty”, oil on canvas, cm 80×120, 2013“Are not those women who care only of their stature, their appearence, and that love of coquetry, against their will, for lack of attention, with despair, bring children into the world abandoning them to the nurses, are not those that follow the various educational courses, speak of “psycho-motor centers” and “differentiation” and try, also to free themselves from motherhood to not disturb their folly, that they call their intellectual development – but are the women-mothers, who, being able to free themselves from maternity leave, without hesitation, with deliberate purpose, submit to this law eternal, immutable, knowing that here is the whole mission of their lives, these women are mothers, they hold in their hands the salvation of men, the healing of their oppressive misery”.(Tolstoy).
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