Elvira e Ruggero

Lo spettacolo si ispira alla struggente storia d’amore tra Re Ruggero II d’Altavilla e la consorte Elvira di Castiglia-Leon, storia che esce dagli schemi dell’epoca. I matrimoni nel medioevo erano essenzialmente un affare politico, utili a stringere alleanze, ed allargare il proprio ambito di dominio o ad ascendere socialmente. Per i sentimenti non c’era spazio: sposo e sposa non avevano da mettere parola e si incontravano per la prima volta al momento del fidanzamento o del matrimonio. L’amore di Elvira e Ruggero invece era sincero e pieno di passione. Ma purtroppo Elvira, all’inizio del febbraio del 1135, si ammalò di una malattia molto grave che la uccise appena trentacinquenne. La sua morte toccò Re Ruggero a tal punto che “rinchiusosi per molti giorni nella camera, non si fece vedere da nessuno eccetto pochi intimi; perciò avvenne che, essendosi a poco a poco diffusa la notizia, fu creduto morto non solo da quelli che erano lontani, ma anche da quelli vicini”. La reazione emotiva di Ruggero alla morte era fuori dall’ordinario. E’ emblematico il fatto che il Re negli anni seguenti non contrasse un nuovo matrimonio. Non ve ne era necessità, visto che la continuità dinastica era garantita dai cinque figli maschi partoriti da Elvira. Ruggero quindi rifiutò l’idea di avere una regina accanto e si accontentò di concubine. Solo 15 anni dopo la morte di Elvira, quando era rimasto in vita solo uno dei cinque figli, il Re si decise a contrarre un secondo matrimonio.